Data: 29/8/2014
Da: FacebookSalve dottoressa,
Le scrivo perchè avrei bisogno di una consulenza per l’inserimento e l’integrazione di una gatta randagia e del suo cucciolo con la mia gatta.La storia è un po’ lunga e complicata, cercherò di essere sintetica il più possibile. Ho una micia siamese di 11 anni affetta di ipertiroidismo e con un rene grinzo, in terapia da 4 anni. Ha vissuto da quando aveva un anno con un’altra gatta più giovane che purtroppo è venuta a mancare l’anno scorso, e dopo pochi mesi abbiamo anche dovuto traslocare. Ora abitiamo in un parco nel verde in campagna e abbiamo un terrazzo a piano terra.
Ci sono delle colonie. Una gattina di circa 8 mesi incinta veniva ogni giorno nel nostro terrazzo fino ad entrare in casa. Era molto affettuosa, giocava con cani bambini (forse era stata abbandonata). Noi abbiamo evitato ogni contatto perchè la mia soffiava vedendola anche da solo dietro il vetro dell’infisso ed essendo randagia avevamo paura del contagio di malattie e parassiti. La gattina si faceva avvicinare e dare da mangiare, finché la sua insistenza e una forte tempesta ce l’hanno fatta entrare in casa. L’abbiamo messa in una cameretta. Il giorno dopo il veterinario ci ha confermato che era incinta di 4 cucciolotti. Era denutrita, l’abbiamo curata, ha partorito dopo 3 settimane (sempre chiusa e isolata). Dopo ha avuto complicazioni post partum, ha perso tre dei quattro cuccioli.
Siamo riusciti a salvarne uno allattandolo artificialmente parzialmente. Il 9 settembre il cucciolo avrà 2 mesi, noi ci siamo affezionati ad entrambi, vorremmo tenerli con noi. La gatta è stata testata fiv/felv negativa e quindi abbiamo pensato di iniziare la conoscenza con la nostra, perché ormai soffre a vivere chiusa in una stanza. Inoltre ha già avuto molteplici calori e siamo in attesa di farla sterilizzare. Piange e gratta di continuo. Purtroppo però l’incontro è andato male: la mia gatta soffiava. Come già in precedenza, solo intravedendola quando ad esempio entravamo e uscivamo, ha subito attaccato in maniera violenta e spaventosa.Sono avvilita, ho letto tanto articoli sull’inserimento, ma non so che fare, ho paura per la nostra incolumità e per quella della mia gatta anziana perché la docile gatta si trasforma in un mostro. Non so come procedere. Io credo che lei sia anche molto aggressiva e protettiva per via del cucciolo e degli ormoni in subbuglio, dello stress. Hanno girato per casa sentendo il suo odore ma al minimo rumore ringhia o si allarma… ha paura. Con noi non ha mai mostrato segni di aggressività, si fida molto ed è molto affettuosa. Ha fatto il prelievo ematico senza sedazione.
La prego mi aiuti, non so cosa fare, è grande e non so se qualcuno la adotterebbe, e non se ne parla di spedirla in canile o abbandonarla per strada, non voglio che viva più in prigione. Oggi abbiamo anche messo il Feliway nella loro camera. Il piccolo anche è molto pauroso e spesso soffia quando ha paura. Cosa potrei provare, aspettare dopo l’operazione? O iniziare a metterle faccia a faccia in un trasportino? E’ molto famelica forse avendo vissuto la fame per strada, è competitiva col cibo anche col figlio, non lo lascia mangiare.
Buongiorno XXX,
se la gattina era abituata a stare fuori oltre il problema della convivenza potrebbe anche avere il problema di doverla lasciare uscire nuovamente. Certo il periodo di reclusione nella stanza (comprensibile) può aver incrementato il livello di stress della gatta. L’intervento di sterilizzazione potrebbe migliorare l’accettazione della sua gatta anziana, anche se mi scrive che il piccolino ormai ha già due mesi (quindi per la sua mamma così piccolino non lo è più), sicuramente servirà per evitare future gravidanze.
[…] Provi inizialmente a far vivere le gatte negli stessi ambienti ma non contemporaneamente e a scambiare le cucce, le ciotole e le lettiere. Solo successivamente ritenterà la convivenza. […]
Se il problema si ripresenterà, valuti di richiedere una visita con un veterinario esperto in comportamento animale, così che possa verificare la reale situazione (ambiente, nucleo sociale e famigliare) e darle consigli più mirati per la sua particolare situazione.
Saluti,
di Elena Borrione
(01/09/2014)
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